mercoledì 5 ottobre 2011

Assigment 3: Coltivare le connessioni

1.       1. Prima nota sul suo pamphlet: non sono proprio in accordo sulla sua opinione riguardo la crescita esponenziale. Mi sembra che lei sostenga la tesi secondo la quale lo sviluppo non è esponenziale, ma esponenziale sembra a noi perchè solo adesso l’uomo ha la percezione della crescita. Credo invece proprio il contrario. Più informazioni abbiamo,più sorgenti abbiamo per ottenerne altre; più sappiamo e più possiamo sapere. È così nella ricerca, ad esempio, e nell’evoluzione di qualsiasi progresso: l’uomo ha utilizzato il cavallo come mezzo di trasporto per millenni, ma in un solo centenario, l’ultimo, siamo passati al treno, alle automobili, prima più lente,poi in pochi anni sempre più efficienti, agli elicotteri, agli aereoplani. Stessa cosa per la comunicazione: radio,telefono,tv,ma soprattutto internet..tutte invenzioni relativamente moderne, che evolvono sempre più, giorno dopo giorno.
2.      2.  “Laddove c’e massa e inevitabile che la qualita scompaia e prevalga il peggio? Internet, con la sua straordinaria capacita di fluidificare l’informazione, e la chiara dimostrazione di questa triste tesi?”
Io spero proprio di no: sarebbe immensamente triste. Con uno spazio illimitato quale è internet è possibile mantenere la qualità delle cose migliori ma ampliarla a un numero molto più grande di interessi, e renderla accessibile a una massa sempre più numerosa. Non è vero che il vero sapere, per rimanere tale, deve essere destinato a pochi eletti. Strumenti su internet quali Wikipedia o PubMed possono essere accessibili da tutti, gratuitamente (o quasi) pur riuscendo a mantenere la qualità del sapere. Questo grazie al fatto che “per esprimersi ed agire in rete bastano competenze elementari e strumenti di bassissimo costo, ubiquitari e che le nuove generazioni usano quasi senza accorgersene.
3.    3.   Sono d’accordo anche sul fatto che il nostro rifiuto e la nostra incapacità ad usare internet, ma anche molti altri aspetti che ci limitano nella conoscenza e nella vita, siano stati causati dal modo di istruire che sta prendendo il sopravvento: nozionistico, statico, scolarizzato. Esemplificato dalla frase: “La vita scolastica si svolge quasi tutta in classe. Il rimanente si svolge a casa ma non cambia niente, ci si siede nuovamente per eseguire una sequenza di compiti preordinati. La rigidita regna sovrana.”
Il fatto ad esempio, da me peraltro spesso condiviso, di aver quasi paura di internet perché troppo grande e illimitato è attribuibile alla nostra istruzione, non abituata a spaziare e cercare ma a muoversi in determinati campi, ben limitati. A scuola, ad esempio, non più ricerche sugli atlanti, o, perché no, su internet, ma studio su un libro scolastico, da pagina tot a pagina tot. Non più “studiate questo argomento” ma studiate “queste pagine, saltando questa questa e quest’altra.” Come ha scritto lei, la vita non è così. Mai.
4.     4.  Conoscere internet, cosa vuol dire? Bellissima la metafora del bosco, non molto esplicative, a mio parere, le altre. Per poter prendere confidenza con internet non è necessario sapere tutto! (cosa, peraltro, credo impossibile). Chiarissima la frase: “quello di cui abbiamo bisogno è di trovare ciascuno il proprio percorso per conoscere quel bosco. I modi di conoscerlo sono illimitati e ciascuno può impiegare un sistema di concetti diversi per conoscerlo. […] In ogni caso, qual è il modo migliore per raggiungerne quella vostra particolare conoscenza? Semplicemente godendosi una passeggiata, una, due, molte volte e andando dove vedete qualcosa che vi piace. Col passare del tempo conoscerete quel bosco nel vostro particolare modo”. Credo che potesse bastare questa sola metafora per comprendere il significato dell’ intero pamphlet.

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